Day: 4 Febbraio 2016

Feb04

Non c’è Natale, a Caltagirone, senza i presepi realizzati con i tradizionali pastori di terracotta policromi e senza i cuddureddi, rituali dolci natalizi a base di miele, mandorle, farina e aromatica cannella.
E non c’è nemmeno Pasqua, la domenica pomeriggio, senza la Giunta: singolare e sacra rappresentazione la cui mancata realizzazione provocherebbe, secondo un’antica tradizione, sette anni di malannata.
Ma fantasia e ritualità si fondono soprattutto negli addobbi della lunghissima scala: a maggio tutta infiorata, sul finire di luglio, in occasione della festa del Patrono San Giacomo, illuminata – seguendo le linee di un preciso disegno – con migliaia di lumiere a olio poste all’interno di coppi di carta colorata.
Visionariamente sospesa nel buio della notte, assume forma ora di stemma, ora di torre, ora di simulacro o d’immagine fantastica in una vacillante magia di luce, colore, segno.

Feb04

Una storia, quella di Caltagirone, che è anche orgogliosa memoria del suo potere di libera e ricca città demaniale, ancora impresso nelle stratificate architetture civili – la gaginesca Corte Capitaniale o l’ex Palazzo Senatorio, ad esempio – e nella variegata molteplicità di chiese e di conventi; talvolta un’ardita spettacolarità barocca li caratterizza, come l’imponente e alto fronteggiarsi, in un piccolissimo slargo, della chiesa dei Domenicani e di quella delle Benedettine.
Ma sono soprattutto le alzate decorate da piastrelle policrome dei 142 gradini della Scala SS. Maria del Monte a raccontare la millenaria storia della città e dei suoi vasai dagli Arabi ad oggi: metaforica ascesa, scalino dopo scalino, di un viaggio che dal profondo della memoria storica risale alla coscienza della contemporaneità.

Feb04

Caltagirone (Cartaggiruni, Caltagiruni o Cattaggiruni in siciliano) è un comune italiano di 38.799 abitanti della provincia di Catania in Sicilia, a circa 608 metri d’altezza dal livello del mare.

La città ha conservato, a differenza di molti centri della Sicilia orientale, parte dell’impianto medievale sopravvissuto al terremoto del 1693. Tradizionale è l’attività artigianale della ceramica che, già molto diffusa nel XVI sec., è visibile ovunque nelle strade dove balaustre, vasi, inserti e decorazioni esprimono un linguaggio variamente policromo; ancora oggi quest’arte è in piena attività, avvalendosi dei nuovi impulsi dell’offerta turistica ed essendo collegata a molte attività culturali come la Scuola e il Museo della Ceramica. Numerose le testimonianze archeologiche che indicano la presenza dei Romani, degli Arabi e dei Normanni.

Da visitare, oltre le numerose chiese in parte rifatte, è il Museo della Ceramica che raccoglie le testimonianze storiche della produzione ceramica in Sicilia, importante scuola in Italia insieme a quella di Faenza. Il Giardino pubblico riprende la fisionomia dei giardini inglesi e fu completato in stile liberty nei primi anni del XX sec.

Caratteristica della città è la Scala di Santa Maria al Monte, che consta di 142 gradini e supera un dislivello di circa 50 m, unendo la parte alta della città con il piano di San Giuliano. Nel 1953 la scalinata venne rifatta in pietra lavica e arricchita con maioliche decorate; per la festa di San Giacomo (24-25 luglio), viene illuminata con 4.000 coppi che formano un arazzo molto suggestivo.

Santa Maria al Monte, la ex chiesa matrice, ha presunte origini normanne; riedificata subito dopo il terremoto, conserva la Madonna di Conadomini, tavola di scuola lucchese del XIII sec.

Il Duomo, di origine normanna e dedicato a San Giuliano, venne ampliato per volere del Senato che ne volle anche cambiare l’orientamento, fino ad allora a ponente. Le due chiese di San Salvatore e San Domenico si fronteggiano e furono entrambe costruite nei primissimi anni del XIX sec.: la seconda custodisce la tomba di don Luigi Sturzo, sindaco della città e fondatore del Partito popolare italiano.

La tradizione attribuisce la fondazione della Chiesa di San Giorgio ai genovesi, presenti in città nel 1030; dell’antico tempio restano tracce nel portale ogivale e nelle strette feritoie strombate.

La piccola Chiesa di Santa Chiara, monastero delle clarisse, fu invece realizzata a metà del XVIII sec.; accanto si trova l’edificio dell’ex Officine elettriche, realizzato da E. Basile nel 1908, in stile liberty.

Infine, la Basilica di San Giacomo è dedicata al patrono della città e fu edificata per volere del conte Ruggero; distrutta dal terremoto fu riedificata successivamente.

Caltagirone presenta un volto ricco di storia, con le sue chiese, i suoi palazzi nobiliari e le sue ville settecentesche, anche per questo il suo centro storico è stato insignito del titolo di Patrimonio dell’Umanità da parte dell’UNESCO nel 2002, insieme con il Val di Noto.

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